LIVE NIRVANA INTERVIEW ARCHIVE
November ??, 1991 - London, UK
Personnel
- Interviewer(s)
- Luca Collepiccolo
- Interviewee(s)
- Kurt Cobain
Sources
Publisher | Title | Transcript |
---|---|---|
BLAST! | Nirvana The Creeps | Yes (Italiano) |
Transcript
All'inizio erano in quattro: Kurt Cobain, Chris Novoselic, Jason Everman e Chad Channing. Suonavano come un ibrido fra Black Sabbath, Black Flag e Husker Du; dopo alcune folgoranti apparizioni su compilation di gruppi locali, raccolte curate dall'indie che aveva il predominio sulla scena di Seattle, la Sub Pop, esordiscono sulla lunga distanza con un vinile che, a suo modo, ha fatto storia negli ambienti underground americani. "Bleach" era un lavoro acre, immerso negli umori più scuri: attraverso i suoi solchi trasudava la rabbia, ed il genio efferato, del four-piece americano. Poco prima dell'uscita del vinile in questione il chitarrista Jason Everman abbandonerà la formazione, lo ritroveremo più tardi nella fila dei Soundgarden nel ruolo di bassista (Jason è stato soltanto in tournèe con i Soundgarden, in quanto è stato rimpiazzato, prima della realizzazione di "Badmotorfinger", da Ben Shepard). I Nirvana rimangono definitivamente in tre. Ho ancora viva l'immagine di un folle Kurt Cobain che, durante l'esibizione romana in compagnia dei Tad, distrugge come se niente fosse la sua sei corde, per poi tentare di gettarsi dall'alto di un amplificatore. Ricordo i suoi occhi infuocati, pieni di odio, un episodio che sicuramente non scorderò mai. Ma non c'è da meravigliarsi per questo, ogni gig dei Nirvana che si rispetti termina in questo modo: litri di sudore sparsi per ogni angolo del palco, lattine di birra vuote accatastate dietro agli amplificatori, qualche cicca di spinello sparse qua e là, e la chitarra di Kurt Cobain fracassata contro il tweeter dell'amplificatore di destra. Quello dei Nirvana era sicuramente un ritorno agli atteggiamenti trasgressivi dei primi Seventies, atteggiamenti che senz'altro non erano studiati a tavolino come si fa per alcuni artisti contemporanei (la distruzione degli strumenti come non può ricordare le imprese dei leggendari Who?). Ma c'è anche un periodo di stanca per i Nirvana, dopo il tour europeo perdono, per non ben precisati motivi, il batterista Chad Channing e si trovano costretti a rimpiazzare immediatamente la sua defezione. Arriva Dan Peters dei Mudhoney, in quel momento anche loro sulla via di un precoce scioglimento (era circa la primavera/estate del '90), ma la sua permanenza nella band è brevissima. E' Dave Grohl, mitico batterista degli Scream e amico di sempre, ad occupare il posto vacante di drummer. Il resto è storia di oggi, un album stupendo, "Nevermind", che ridisegna, con i colori dell'arcobaleno, le coordinate del post-punk made in USA. Abbiamo affrontato per voi una piacevole discussione con il cantante/chitarrista Kurt Cobain, ospite negli uffici inglesi della MCA.
- C'è un nuovo membro nella formazione. Puoi presentarmelo?
K.C.: "Si tratta di David Grohl, è l'ex batterista dei washingtoniani Scream. Siamo amici di vecchia data, così quando abbiamo avuto bisogno di un batterista per rimpiazzare Chad (Channing, il batterista che ha inciso con i Nirvana l'album "Bleach" e una manciata di singoli), c'è parso logico mettersi in contatto con lui.
- E' una vicenda alquanto curiosa. Durante vostre precedenti interviste avete sempre citato gli Scream come uno dei vostri gruppi preferiti. Come spieghi tutto ciò?
K.C.: "Credo si tratti solo di una circostanza fortuita, per puro caso ora ci troviamo a suonare con David; voglio dire, non abbiamo mai immaginato che gli Scream potessero sciogliersi. Ad ogni modo continueremo ad amare per sempre questa band. Recentemente abbiamo avuto l'opportunità di incontrare gli ex membri degli Scream, abbiamo passato davvero degli ottimi momenti insieme, siamo definitivamente dei grandi amici. E' davvero fantastico quello che è accaduto ai Nirvana, è davvero grande poter suonare con una persona ed un musicista che hai sempre ammirato.
- Cos'è successo agli altri ex membri Scream? Sai per caso se hanno tirato su una nuova band?
K.c.: "Oh, hanno tirato su una nuova band, ora il girano con il nome di War (spero di non aver compreso male, la parola war nella sua pronuncia è molto simile a whore, nda) e si sono trasferiti a Los Angeles, dove ora vivono in pianta stabile. Sono davvero un'ottima band, hanno suonato un paio di show in nostra compagnia e posso assicurarti che dal vivo sono assolutamente travolgenti. Musicalmente ricordano da vicino le ultime cose degli Scream, il loro sound è molto duro, particolarmente heavy.
- Cos'è successo a Dan Peter (il batterista dei Mudhoney), ha suonato con voi solo sul singolo Sub Pop "Sliver"…
K.C.: "Dan Peter è rimasto nella band solo per tre settimane. E' stato lui stesso a contattarci telefonicamente, non potevamo rifiutare la sua offerta, visto che a quel tempo avevamo bisogno di un nuovo batterista. Danny è ovviamente un buon batterista, sai cosa intendo, ma Dave è qualitativamente superiore, il suo stile si amalgama perfettamente al sound dei Nirvana, il suo drumming è definitivamente più heavy. Inoltre concorre in prima persona nell'offrire il suo contributo vocale alla band, sai avevamo bisogno di una persona che, soprattutto dal vivo, si dedicasse ai cori.
- "Nevermind" è il vostro primo album per una major. Quali sono le sensazioni che provi in questo momento, considerando il fatto che questo è per i Nirvana il primo passo nel music business?
K.C.: "Non ci sono stati a dire il vero dei grossi cambiamenti, non è stata la firma del grosso contratto a modificare la nostra mentalità. Non abbiamo subito alcun tipo di pressione dalla nostra etichetta, abbiamo un valido manager e lavoriamo per un'etichetta che si mostra competente sotto ogni punto di vista, siamo agevolati sotto il punto di vista promozionale, abbiamo la possibilità di fare un elevato numero di interviste… Era il tipo di rapporto lavorativo che cercavamo, stiamo facendo delle ottime cose in compagnia della Geffen Records, ed allo stesso tempo ci stiamo divertendo abbastanza.
- Pur restando in tema major, la Geffen Records ha una scuderia davvero invidiabile: Sonic Youth, Liquid Jones, Warrior Soul, White Zombie. Penso sia positivo portare avanti questo tipo di politica…
K.C.: "Lo credo anch'io. Ultimamente la Geffen ha messo sotto contratto una discreta formazione scozzese, i Teenage Fan Club, li hai mai sentiti?"
- Sì, non sono niente male. Con tutta sincerità, credi che la scena rock indipendente sia per sempre morta?
K.c.: "No, non credo che la scena indipendente sia morta. E' impossibile, perché ci saranno sempre nuove formazioni ad emergere da quel circuito, pronte a realizzare dischi su etichette indipendenti e ad essere supportate da un certo tipo di pubblico. Ci saranno sempre grunge-bands pronte a racimolare poche centinaia di dollari per autoprodursi un sette pollici. La scena indipendente non sta morendo…
- Quali sono i vostri attuali rapporti con i boss della Sub Pop, siete ancora amici con Jonathan Poneman e Bruce Pavitt?
K.C.: "Sì, certamente, siamo ancora buoni amici. C'è stato un periodo, dopo la scissione del contratto con la Sub Pop, durante il quale non ci rivolgevamo la parola molto spesso. Quella separazione fu davvero dura per entrambe le parti, perché fondamentalmente ci rispettavamo e stimavamo a vicenda. Fu duro per loro credere che noi avevamo preso quella strada, per un certo periodo ci siamo sentiti come colpevoli per quanto accaduto. Ora finalmente le cose sono tornate a posto…
- Se in un futuro prossimo avrete la possibilità di realizzare un altro singolo per la Sub Pop, come vi comporterete?
K.C.: "Non ne ho la più pallida idea. Probabilmente faremmo una cover di un brano contenuto nella compilation "Sub Pop Rock City". Non lo so, non abbiamo mai considerato seriamente questo tipo di opportunità.
- Che musica circola a Seattle in questi ultimi tempi?
K.C.: "Fondamentalmente la stessa che circolava circa un lustro fa. Ci sono molte nuove formazioni, nuove grunge-bands; credo che questi nuovi gruppi viaggino sulle ali del proprio entusiasmo, sono molto eccitati del fatto che per loro ci sono molte possibilità per potersi esibire dal vivo. Penso che la scena non sia morta e sepolta, è ancora viva e pulsante; la stessa Sub Pop continua ad andare forte (mah… Nda) e realizzare brillanti vinili. Penso che ci sia un grosso movimento musicale in tutto lo stato di Washington, ci sono in circolazione validissime formazioni come Beat Happening, Joey Henry, Bikini Kill…
- Tempo fa ho parlato con Mark Arm (vocalist dei Mudhoney), il quale era piuttosto scocciato del fatto che a Seattle circolassero delle mediocri hard-rock bands che facevano il verso ai Guns'n'Roses.
K.C.: "Ci sono sempre formazioni di questo tipo, in ogni città, non solo a Seattle. Formazioni che cercano di riprodurre quella merda, ma la stessa Seattle ha dato i natali ai Mudhoney, che sono indubbiamente un valido esemble. Ad ogni modo non mi interessano questo tipo di cose, non mi importa niente di quel tipo di musica. I Mudhoney sono attualmente una band piuttosto popolare, questo perché la loro musica è fondamentalmente originale. Se dai vita a una nuova formazione, se metti su un gruppo, devi cercare di dare il massimo, devi cercare di dare te stesso, l'unica possibilità che hai per emergere è comporre della musica che sia valida sotto il profilo dell'originalità.
- Pensi che nel suono dei Nirvana sia riscontrabile una certa influenza da parte delle bands di Washington D.C.? Mi riferisco in particolare alla scena post-punk che gravita attorno all'etichetta Dischord.
K.C.: "Personalmente non sono mai stato coinvolto nella scena hardcore di Washington D.C. Non ho mai avuto l'occasione di ascoltare gli ultimi lavori sfornati dalla Dischord, quindi non mi sento in grado di dare un giudizio sulla scena odierna. Piuttosto mi sento legato alle prima formazioni di questo circuito, ho sempre fortemente ammirato formazioni del calibro di Faith, Void e Rites of Spring (l'ex band di Guy Picciotto, vocalist dei Fugazi, nda). Come non dimenticare i grandi Bad Brains, poi…
- Ho trovato davvero interessanti le liriche del nuovo album. Mi ha colpito in modo particolare un brano, "Lithium". In questa canzone tu reciti questi versi: "…I'm so happy, 'cause today I found my friends…". Che valore ha per te l'amicizia?
K.C.: "L'amicizia è una delle più grandi cose a cui posso pensare, i rapporti con le persone sono i più importanti d'ogni altra cosa; penso che ognuno di noi si debba impegnare fino in fondo per rafforzare questo tipo di relazioni. E' molto importante per me avere degli amici che comprendano le tue esigenze, che ti aiutino nei momenti più difficili. Il valore dell'amicizia è immenso e come tale va considerato."
- A cosa è riferito il testo di "Territorial Pissings"? C'è forse qualche attinenza con la situazione degli indiani d'America?
K.C.: "Non ho una descrizione particolare per questa song, perché si colloca davvero al di fuori di ogni schema. Diciamo che ci sono diversi temi, diverse immagini nella stessa canzone. Da una parte ci sono dei riferimenti ai pellerossa, a tutte quelle persone che vivono nelle riserve del nord-America, persone sbaragliate dai furenti attacchi della popolazione americana. Allo stesso tempo il brano vuole essere un apprezzamento nei confronti di tutte le donne, mi sono schierato dalla loro parte perché odio le violenze che subiscono quotidianamente, le ingiustizie causate dall'appartenere a un sesso differente. Principalmente questo brano vuole esprimere il mio amore nei confronti delle donne ed il rispetto che provo per loro".
- Pensi che il nome Nirvana conservi ancora il suo significato religioso?
K.C.: "Sì, penso lo conservi tutt'ora. E' un nome che appartiene alla religione indiana ed indica una sorta di coscienza divina. Non mi sono mai in realtà preoccupato del significato del nome stesso, in realtà non mi sono mai chiesto per quale motivo chiamare la band Nirvana; tutto sommato ho trovato un nome che ben di addiceva alla figura della band, suonando piuttosto bene, tra l'altro."
- Parliamo del nuovo album. In "Nevermind" mi sembra di aver carpito due personalità differenti dei Nirvana, una più vicina alla tradizione folk come ad esempio nella song "Polly", ed un'altra strettamente legata alle vicissitudini del primo punk, ti cito in proposito l'episodio forse più duro della intera raccolta, "Breed". Qual'è il tuo parere in proposito?
K.C.: "A dire il vero non ho mai prestato molta attenzione alla musica folk, non mi sembra di trovare in "Polly" citazioni folk, piuttosto credo che in diversi brani del nuovo album è riscontrabile una certa influenza da parte dei Beatles, dei Love e da formazioni che, grosso modo, appartenevano a questa genia musicale. Dall'altra parte siamo piuttosto influenzati da gruppi come Young Marble Giants, Beat Happening, Vaselines, formazioni che indubbiamente hanno esercitato una forta influenza su di me. Per alcuni brani mi sono ispirato liberamente a questi gruppi. In definitiva credo che nei Nirvana siano riscontrabili due diversi feeling, uno più prossimo al pop, e l'altro più vicino all'irruenza del punk."
- Nella song d'apertura, "Smells Like Teen Spirit", soprattutto nelle parti più lente, mi sono tornati alla mente i primi Police…
K.C.: "Mmmh (Giustamente Kurt Cobain storce la bocca, nda)… non ho mai amato i Police, non posso. C'era solo una loro canzone che mi piaceva in particolare, ora non ricordo nemmeno il titolo, comunque doveva essere sul loro terzo album, quello con la copertina nera. Ho sempre considerato i Police come un gruppo artificiale, che ha sfruttato il punk e la new-wave solo per essere un gruppo commerciale.
- Qual'è la tua opinione riguardo l'argmomento droga e alcol?
K.C.: "Well, ho fatto uso di droghe e di alcol per diversi anni, ma non ne sono mai diventato un forte consumatore, non sono mai diventato schiavo degli alcolici o delle sostanze stupefacenti. Conosco invece persone che lo sono diventate. Non posso invitare nessuno a prendere delle droghe, come non posso vietarne l'uso a nessuno. Un tempo per me le droghe erano qualcosa di buono, di positivo, un incentivo a creare qualcosa di buono; ho scritto diverse canzoni sotto la loro influenza. Ora non consumo droghe così facilmente come facevo un tempo, le prendo con meno frequenza."
- Ricordo la vostra esibizione, due anni fa, a Roma. Quella sera eri completamente fuori di testa, sfasciasti in malo modo la tua chitarra e tentasti uno stage dall'alto di un amplificatore…
(Alla sola citazione dell'episodio Kurt esplode in una fragorosa risata…)
K.C.: "Sì, effettivamente ebbi un grosso scazzo quella sera. Eravamo on the road in Europa da circa sette settimane con la band, non abbiamo avuto l'opportunità di dormire in posti minimamente confortevoli ed inoltre abbiamo avuto soltanto due giorni di riposo. Siamo stati notevolmente danneggiati da questo insieme di cose, eravamo totalmente stanchi e quella sera eravamo particolarmente flippati…"
- Siete ironici quando sul retro delle vostre t-shirt scrivete cose come: "Fudge packin", "Flowers sniffin", "Mother Fuckers" e "Crack Smockers"?
K.C.: "Sì, sicuramente. Quelli sono solo degli sciocchi valori, ci divertiamo a giocare intorno al significato di quelle parole. Qualche persona, sicuramente priva di spirito, le ha prese seriamente. Non so per quale motivo, ma molte persone in Italia ci hanno visto in una chiave sbagliata, ci hanno visti come totalmente dipendenti dalle droghe credendo che per noi quello era un bisogno necessario. Non ne facciamo spesso uso, ma quando ricorriamo all'uso delle droghe ci risolleviamo, si sentiamo meglio, tutto questo è divertente. Ad ogni modo quelle scritte non andavano prese così seriamente".
- Sei in qualche modo interessato alla politica?
K.C.: "Sono completamente ignorante in materia. Ognuno dovrebbe avere una propria coscienza politica, ma io non mi considero una persona politicizzata, perché non ho mai ricevuto un'educazione in questo senso; voglio dire nessuno mi ha mai detto che l' opinione di un determinato politico era quella giusta da seguire. Comunque ognuno di noi dovrebbe essere sensibile all'argomento."
- Se ti chiedessi un'opinione sulla situazione russa, cosa risponderesti?
K.C.: "Non ho un'opinione ben precisa in proposito, non ho avuto la possibilità di documentarmi sufficientemente sull'argomento; in quel periodo eravamo in tour assieme ai Sonic Youth. E' difficile comprendere la situazione in cui si trova il popolo russo, bisognerebbe conoscere attentamente la sua storia, la sua evoluzione. Comprendo solo che è impelagato in una infinita serie di problemi. E' da lungo tempo che la popolazione è in attesa di un cambiamento, penso comunque che Gorbaciov sia stato un ottimo capo di Stato per la Russia in questi ultimi anni; sono felice di poter riscontrare qualche cambiamento nello stile di vita del popolo russo comunque."
- Siamo in chiusura. Qualche commento sull'ultima edizione del festival di Reading…
K.C.: "Che dire, è stata come al solito un'ottima manifestazione. Il nostro show si è risolto nel migliore dei modi, abbiamo fatto una grande esibizione, molto energica e divertente. Nel backstage c'erano i Mudhoney al gran completo ed alcuni membri delle Hole, abbiamo fatto un eccezionale party, alla fine del quale eravamo tutti completamente ubriachi. E' stato molto divertente, abbiamo trascorso degli ottimi momenti in compagnia dei nostri migliori amici."
© Luca Collepiccolo, 1991