LIVE NIRVANA INTERVIEW ARCHIVE August 22, 1991 - London, UK

Interviewer(s)
Piergiorgio Brunelli
Interviewee(s)
Kurt Cobain
Krist Novoselic
Dave Grohl
Publisher Title Transcript
Ciao 2001 #41 Hungry At Heart Yes (Italiano)

Se rock significa ancora ribellione, allora il gruppo di Seattle ne è una perfetta incarnazione. Il loro bersaglio è l'ormai degenerata e consumista civiltà americana. Li abbiamo incontrati durante il festival di Reading e queste sono le loro parole rabbiose.

LONDRA

Sono convinto che i Nirvana abbiano molto apprezzato un film come "Edward mani di forbice". Il puntare il dito accusatore e critico sulla apatica suburbia americana consumista e pettegola è uno dei loro motivi di essere come band. L'aver firmato un contratto con la Geffen è un semplice fatto contingente, solo un mezzo per portare in giro il messaggio con più facilità. La sostanza è sempre quella di quando la band ha pubblicato il primo album ("Bleach") per la Sub Pop, l'etichetta di Seattle famosa per essere il trampolino di lancio di quello che è il meglio della scena locale. Anche il venire in Europa per loro non è una novità. L'accoppiata è diversa (Sonic Youth, invece di Mudhoney), ma gli intenti sono i medesimi (distruggere e distruggersi). Le vittime sono i regolari di questo mondo, bands o no, i conformisti, i falsi eroi. Le conseguenze investono anche loro stessi, (Kurdt, il chitarrista, si è fratturato in braccio lanciandosi contro la batteria a Reading), ma fanno parte degli inconvenienti del mestiere. Sotto accusa, nel frattempo c'è l'industria del junk-food britannico, molto più costoso e di qualità inferiore a quello americano. Siamo ad un Garfunkel a Piccadilly Circus e le domande culinarie hanno decisamente la precedenza…

Dave: Avete Carl's Junior qui in Europa?

No, non è mai arrivato.

Kurdt: Non è quella catena i cui soldi vanno a sponsorizzare regimi di destra in centro America?

Sì, danno soldi alla peggiore gente.

Kurdt: lo quegli hamburger li chiamo shit-sandwich…

Dave: Posso avere un'altra Coca cola.

Kurdt: …Credo che Chris sia andato ad ubriacarsi…

Dave: Cazzo! 8 sterline per un hamburger vegetale è un furto. Negli States costerebbe la metà.

Non vi sentite un po' a casa, tra amici, a suonare a Reading?

Kurdt: Non ci siamo mai stati prima, ma l'essere sullo stesso palco di Some Youth, Dinosaur Jr ed Iggy Pop ha un ché di familiare.

Le critiche fatte al cibo ed alle finanze della catena Carl's Junior non sono le sole ad aver toccato l'industria alimentare. I Nirvana hanno fatto un'assidua campagna contro la Budweiser, nota industria produttrice di birra. Arrivano al punto di rifiutarsi di berla.

Dave: Una birra che non beviamo è la Coors, perché non è pastorizzata e può essere dannosa, ma siamo contro la Budweiser, perché fa schifo. E' piscio, è la peggior birra che si possa bere, contrariamente a quello che dice lo spot pubblicitario. Una delle cose che annoiano della Budweiser è il fatto che è presentata come la birra del buon americano, di colui che lavora per il benessere del paese. E' interessante come in America basti una birra (anche piscio) bevuta prima di mettersi al volante per ve-dersi tolta la patente per un anno.

Kurdt: E' una cosa così ipocrita. La classe lavoratrice si merita la Bud. E' come piscio sul loro conformismo. E' una dimostrazione di come si possa dare al pubblico qualsiasi cosa. Si accetta tutto.

Crederete che questo accada anche nella musica? Mi riferisco ad episodi come quello del secondo concerto dei Mudhoney all'Astoria, quando verso la metà del set le cose hanno cominciato a degenerare, arrivando al punto che sarebbe stata accettata pure una scoreggia nel microfono, invece di un ritornello. Per la cronaca, il batterista è finito a testa in giù nella sua batteria, il bassista suonava seduto per terra, mentre il cantante ha finito per suonare la batteria.

Dave: Mi sembra che sia stato un grande party…

Il pubblico era molto passivo in quei momenti dopo aver passato tutta la prima metà in uno stato di incontrollabile moto perenne.

Dave: Il fatto è che non hanno tante canzoni da suonare ed hanno suonato in Inghilterra già parecchie volte, per cui non hanno nulla da provare al pubblico: sono già famosi. Credo che sia una buona idea il fare casino. Se fatto bene è utile ad abbattere le barriere che ci sono tra band e pubblico. Ci piacerebbe essere in questa posizione in Inghilterra. I concerti più divertenti per noi sono stati sempre quelli fatti con questo spirito festaiolo, a Seattle, a dei party con trenta persone presenti, tutti ubriachi a prenderci a spinta In quelle situazioni non suoniamo altro che rumore, non c'è una canzone con un vero e proprio senso. Nei concerti veri ci capita di farlo, ma lo stato d'animo dipende da quanto siamo ubriachi. Avevamo la tendenza a distruggere tutto ma capita più raramente di questi tempi.

Ne avete ridotto la frequenza perché siete più famosi, oppure perché bevete meno birra?

Kurdt: E' una cosa un po' troppo risaputa e sta diventando noiosa per noi e per il pubblico, tutti se lo aspettano. Il prossimo anno, magari faremo di peggio, chi lo sa?

Rispetto alla media, i Nirvana trattano molto di più argomenti politici e le prese di posizioni di solito sono evidenti. Tuttavia, la band non cerca di pubblicizzare tutto ciò.

Chris (Che è tornato dal pub): Non credo che siamo più consapevoli delle ingiustizie sociali rispetto ad altre bands. Probabilmente siamo più incazzati sull'argomento e, pertanto, ne parliamo più apertamente e più spesso. Molti non credono che valga la pena di darsi da fare per mettere in evidenza certe cose. Nella musica underground c'è una coscienza politica che si stà mettendo ancora una volta in evidenza, sta crescendo, dopo che era scomparsa con l'esaurimento dell'hard core. Tutto va a cicli. Ci fa piacere che ci siano più bands che hanno il coraggio di parlare a voce alta. Non mi riferisco in particolare alle bands di Seattle, che al contrario, hanno rinnegato qualsiasi impegno politico ancora prima di altre scene musicali americane.

Kurdt: L'essere politicizzati in America è molto di moda. Negli States il fenomeno ha faticato ad assopirsi. In Inghilterra tutto sembra essere andato a farsi friggere nel momento in cui il punk è stato dichiarato finito. Gruppi come i GBH e gli Exploited hanno portato per un po' la bandiera, ma il movimento underground inglese è, di questi tempi, tragicamente conformista rispetto al passato.

Dave: Un problema per bands come GBH ed Exploited è l'essere collocate in uno spazio musicale estremamente ristretto senza possibilità di sviluppo in alcuna direzione.

Al tempo, qui si sta parlando di gruppi underground, ma ci si dimentica che i Nirvana hanno un contratto con la Geffen. Pur non essendone convinto, mi viene da chiedere se l'essere con una major' ha annacquato il loro secondo album.

Dave: No. Il vantaggio è stato nel poter registrare il disco con un po' più di calma, invece dei sei giorni del primo. Avevamo un pò più di soldi e ci siamo potuti permettere di spendere tre settimane in studio. Il primo album è l'esempio di quello che eravamo. Sei giorni allora bastavano; oggi sarebbero troppo pochi. Non crediamo che l'album ne abbia sofferto.

In effetti, il rock immediato tipo quello dei Nirvana richiede una spontaneità creativa ed esecutiva che lungaggini di studio rischiano di annullare.

Kurdt: A meno che non ci siano un milione di sovrapposizioni da fare non ritendo sia necessaio spendere più di tre settimane in studio. E' sufficiente a fare una certa sperimentazione con suoni nuovi senza andare troppo fuori di testa. La ragione per la quale molte garage bands sono così interessanti è perché le cose sono fatte in fretta e sono ancora grezze. Nel nostro caso la differenza maggiore è nelle canzoni che sono tanto diverse rispetto a "Bleach". Ci sono due anni di differenza.

Come acennato, i Nirvana vengono dalla fucina della Sub Pop (Tad-Mudhoney) ma a quanto pare ne sono usciti al momento giusto.

Kurdt: E' un periodo un po' scarso per la Sub Pop. Gli ultimi dischi che hanno pubblicato non sono un granché. A me non piacciono, ma questo non vuol dire che in futuro non siano in grado di pubblicare roba interessante.

Come spiegate un fenomeno come i Gun's And Roses che, pur con l'atteggiamento "fuck you" diventano un prodotto da consumare, oltre che degli stronzi di prima categoria.

Kurdt: Quelli erano stronzi anche prima di essere famosi. Hanno fatto del loro problema di alcolizzati una immagine e la gente li ha comprati. Si sono definiti ribelli, mentre non sono altro che degli idioti che non hanno rispetto per il prossimo… per nessuno.

Chris: Sono ribelli, ma non hanno un messaggio specifico. Credo che, in questo senso, siamo più sinceri nella nostra ribellione rispetto ai Guns.

Su questo non ci piove.

© Piergiorgio Brunelli, 1991