LIVE NIRVANA INTERVIEW ARCHIVE November 27, 1989 - Roma, IT

Interviewer(s)
Alessandro Massara
Interviewee(s)
Kurt Cobain
Krist Novoselic
Publisher Title Transcript
Metal Shock TBC Yes (Italiano)

Emersi dal calderone della Sub Pop, i Nirvana si sono candidati fra le rivelazioni dell'89 con l'eccellente album di debutto "Bleach". Li abbiamo incontrati a Roma prima di un loro fortunato concerto.

L'occasione era ghiotta: due delle più quotate bands dell'hard-rock moderno di Seattle, i Nirvana ed i Tad, insieme in un concerto al Piper di Roma. E non hanno certo deluso. Anarchici ed ultra-violenti i Tad, psicopatici i Nirvana, che hanno terminato il loro brevissimo set distruggendo amplificatori e strumenti, ripetendo forse solo un copione più volte provato, ma lasciando esterrefatto il pubblico. Prima del concerto ho parlato con i tre componenti dei Nirvana comodamente seduto - si fa per dire - in una macchina parcheggiata di fronte al Piper sotto ad un arco davvero suggestivo.

- Avete appena perso un chitarrista, Jason Everman. Cosa è accaduto?

Kurdt Kobain (chitarra, voce): "Non vedevamo le cose alla stessa maniera e lui causava troppa tensione… Anche dal punto di vista avevamo idee diverse dalle sue, quindi la separazione era diventata necessaria."

- Poi è andato a suonare con i Soundgarden…

Chris Novoselic (basso): "Sì, ma il basso…"

K.K.: "Grande, siamo contenti per lui… Vorrei puntualizzare, comunque, che quando si è unito ai Soundgarden aveva già lasciato i Nirvana."

- Resterete in tre?

K.K.: "Sì, a meno che arrivi la persona giusta, la qualcosa è molto difficile. E' rischioso prendere un altro chitarrista, anche se potrebbe esserci utile per ampliare gli orizzonti della nostra musica. Finora a Seattle non siamo riusciti a trovare nessuno adatto a noi; vogliamo che questo nuovo chitarrista diventi prima un nostro amico, perché noi tre abbiamo un buon affiatamento e non vogliamo rischiare di romperlo."

- Ho sentito dire che l'estate scorsa buona parte dei gruppi di Seattle si erano sciolti. Come sono andate in realtà le cose?

K.K.: "Solo un paio di bands si sono sciolte, i Swallow ed i Blood Circus. Poi ci sono stati dei cambiamenti all'interno dei singoli gruppi, Hiro se ne è andato dai Soundgarden, il batterista dei Skin Yard ha lasciato la sua band, Jason ci ha lasciato, ecc… Non c'è stato un grosso rivoluzionamento, per la maggior parte si è trattato di sostituzioni di strumentisti."

- Avete registrato "Bleach" con un budget di soli 600 dollari…

C.N.: "Sì, 600 dollari e 3 o 4 giorni di studio… In passato abbiamo fatto anche un demo per 150 dollari!"

K.K.: "Eravamo lì, conoscevamo le canzoni, le abbiamo registrate e missate. Tutto qui. Non ci siamo messi a fare dei parties, sapevamo quello che volevamo ottenere: avevamo queste nuove canzoni per le quali eravamo tanto eccitati e non vedevamo l'ora di metterle su nastro."

- Perché secondo voi si parla tanto di Seattle?

K.K.: "E' semplice, ci sono molte bands."

- Ma esistono molti gruppi in qualsiasi altro posto, non solo a Seattle…

K.K.: "Alcune delle mie bands preferite sono di Seattle: Mudhoney, Tad, The Fluid (ma non era nel Colorado? nda), Soundgarden, ecc…"

- Sembra che esista un sound comune per tutti voi?

C.N.: "Noi suoniamo da più tempo di tutti i gruppi di Seattle ad eccezione dei Soundgarden e dei Fluid. Seattle è sempre stata una città rock'n'roll, ha sempre prodotto 'heavy underground rock'n'roll'."

- Anche alcuni noti gruppi metal, come i Metal Church e i Queensryche sono di Seattle. Ritenete che queste bands abbiano avuto una qualche influenza su di voi?

C.N.: "No, affatto. Esistono due scene a Seattle, la nostra e quella metal, e difficilmente vengono in contatto."

- Come spiegate, allora, l'interesse della stampa metal europea verso gruppi come il vostro?

K.K.: "In America esiste un grosso gap fra tutto ciò che è underground/alternativo e ciò che appartiene alla mainstream; da voi sembra invece che i due aspetti siano fusi insieme."

C.N.: "In Europa alla gente non importa se incidi per una major o per una indipendente, mentre in America specie per la promozione esiste una grossa differenza."

- A noi interessa ciò che è buono…

K.N.: "Esatto. Guarda questo bellissimo arco. In America non ne esistono. E se ci fossero sarebbero stati demoliti per costruirci condomini e appartamenti. Gli americani sono solo dei bastardi sempre alla ricerca dei metodi più veloci per guadagnare soldi, non sono in grado di apprezzare l'arte."

- Alcuni gruppi della vostra città, i Soundgarden ed i Mother Love Bone, sono approdati ad una major. Cosa ne pensate?

K.K.: "I Soundgarden sono sulla scena da molto tempo, 4 o 5 anni, e se questo è ciò che vogliono va bene, perché se lo meritano. Per quanto riguarda i Mother Love Bone, non siamo fans del glam, dei Guns'n'Roses ecc, quindi non possiamo esprimerci."

C.N.: "I Soundgarden hanno una buona formula, che è una mistura di rock alternativo con elementi più mainstream; quindi ritengo che abbiano qualcosa da offrire e si meritano tutto ciò che ottengono. Devono incidere per una major, la loro musica può raggiungere un audience molto vasta."

- I Nirvana approderanno mai a una major?

C.N.: "Non ci importa, non prevediamo per almeno due anni di firmare per una major, sempre che ci arrivino delle offerte. Abbiamo ancora diversi dischi da far uscire per la Sub Pop."

K.K.: "In ambito underground le nostre vendite sono buone e non accennano a fermarsi, ma siamo lontani dai livelli di un gruppo americano su major. Le majors negli USA attuano una politica dittatoriale; hanno i soldi e controllano la MTV."

C.N.: "In Europa suoniamo in posti più grandi di quanto non facciamo negli States. La promozione che abbiamo avuto qui sulla stampa è spaventosa; Melody Maker ed il New Musical Express ci hanno aiutato molto."

- Che musica ascoltate?

K.K.: "Tutto ciò che è buono, i Beatles…"

C.N.: "Leadbelly…"

- E Woody Guthrie?

K.K.: "Woody è un grande; ho due suoi albums, esegue una canzone di Leadbelly ed è la migliore! Più che altro lui era un crociato dei '30, nel periodo della depressione…"

- Come mai suonate del rock così rumoroso e non del folk o del blues?

C.N.: "Il folk è solo uno degli aspetti della musica che ci piace; siamo anche fans del punk e dell'hard rock, specie quello dei primi anni settanta, Black Sabbath, Aerosmith, Led Zeppelin, ecc…"

K.K.: "L'hardcore mi piace molto, specialmente gli Scream…"

C.N.: "Io preferisco il punk-rock del '77 e roba tipo Black Flag all'inizio degli anni ottanta."

- Sembra che dopo la lunga parentesi heavy metal, l'hard rock stia di nuovo tornando alle origini. Che ne pensate?

K.K.: "Tutto è iniziato negli anni cinquanta con la classica formula chitarra-basso-batteria-cantante. Noi non seguiamo nessun trend, suoniamo solo quello che ci piace e lo faremmo lo stesso anche se fossimo i soli."

C.N.: "Inoltre il nostro nuovo materiale sarà maggiormente orientato verso il pop. Non è un cambiamento drastico e non lo facciamo per raggiungere un'audience più grossa o differente, solo ci piace anche quella direzione, così come il materiale "heavy" che suoniamo adesso. In futuro saremo più versatili e spero che il nostro pubblico sarà in grado di seguirci. Molti metallari vengono ai nostri show chiedendoci di suonare "Negative Creep" (un brano di "Bleach", nda) e non si lasciano coinvolgere da brani come "About a Girl" o dal nuovo materiale che stiamo scrivendo. Solo quando arriva il momento di "Negative Creep" si scatenano nel moshing. Dal loro punto di vista è un furto: devono pagare per sentire solo un paio di canzoni di loro gradimento. Sono sicuro che esistono dei metallari (lui li chiama "metal heads") che gradiscono tutto il nostro show, ma c'è gente a cui piace solo il materiale molto heavy e veloce ed è il tipo di audience che non ci interessa avere… Quello che noi suoniamo è in definitiva punk-rock, ma non come viene inteso oggi. Nei '70 il punk era considerato un'alternativa alla musica mainstream e ad altri tipi di musica standardizzati, il punk non si identifica solo con i capelli dritti e la spilla nel naso, aveva aspetti assai diversi."

- Anche Steve Turner dei Mudhoney ha definito la sua musica punk-rock, perché tutti allora parlano di hard rock quando si riferiscono ai gruppi di Seattle?

C.N.: "Perché ascoltano un paio di assoli di chitarra e non si rendono conto della differenza. I Cult sono hard rock e non fanno altro che scavare una vecchia tomba, rubando riffs a destra ed a manca."

© Alessandro Massara, 1989